Chi è Nino Manfredi? Monsignor Colombo da Priverno in piena crisi di coscienza de In nome del Papa Re, il misterioso Pasquino de Nell’anno del Signore, l’elegante Raffele in Totò, Peppino… e la malafemmina la voce narrante dall’accento ciociaro in Totò, Fabrizi e i giovani d’oggi, il povero Geppetto de Le avventure di Pinocchio. Personaggi che si sono impressi nell’immaginario di intere generazioni. La sua schiettezza unita all’affabilità dei suoi modi rendeva piacevole anche la pubblicità di un caffè. Nino Manfredi nacque 100 anni fa nella sua amata Ciociaria e il suo successo lo rese un simbolo del cinema italiano. Il primo grande Rugantino.
Nino Manfredi a 100 anni dalla nascita
Il nome di Nino Manfredi, infatti, è strettamente legato al varietà degli anni Cinquanta. Dai programmi radiofonici insieme ai colleghi Paolo Ferrari e Giovanni Bonagura al teatro di rivista con le sorelle Nava e Wanda Osiris. Portò in scena le riviste più belle di Garinei e Giovannini, Una trapezio per Lisistrata con Delia Scala, Rugantino, con Aldo Fabrizi e Bice Valori. La sua carriera teatrale era iniziata, in realtà, all’indomani della Seconda Guerra Mondiale dopo il diploma all’Accademia di Arte drammatica di Roma. Il suo esordio si era consumato nella compagnia Maltagliati-Gassmann presso il Teatro Piccolo di Roma per la quale ricoprì ruoli essenzialmente drammatici da autori come Jean Cocteau, Arthur Miller. Dopo un anno si esibì presso il Piccolo Teatro di Milano, dove recitò le opere di Shakespeare per la regia di Giorgio Strehler, e poi all’Eliseo di Roma con alcuni atti unici di Eduardo De Filippo.
Dal teatro al cinema
Anche nel cinema Nino Manfredi fu un artista molto eclettico. Spaziò dalla commedia italiana, della quale fu interprete iconico insieme ad Alberto Sordi, Ugo Tognazzi, Vittorio Gassmann e Marcello Mastoianni al cinema più impegnato e a ruoli drammatici. E’ stato diretto da registi come Ettore Scola, Luigi Comencini, Damiano Damiani, Luigi Magni, Vittorio De Sica. Passò lui stesso dietro la macchina da presa. Lo ricordiamo ne Lo scapolo (1951), Gli innamorati (1956), Audace colpo dei soliti ignoti (1959), Alta infedeltà (1964), Operazione San Gennaro (1966), Straziami ma di baci saziami (1968), Per grazia ricevuta (1971), Signore e Signori, buonanotte (1976). Ogni titolo è stato un successo.
Alla televisione
Come un successo si è rivelata la carriera televisiva. Dagli sceneggiati che tanto hanno appassionato fino agli anni Settanta come L’Alfiere (1956), Le avventure di Pinocchio (1972), alle fiction Un commissario a Roma (1993) e Linda e il brigadiere (1997-2000). Altra sua perla fu la partecipazione a Canzonissima 1959 che gli diede grande popolarità non solo come attore e conduttore, ma anche come cantante. Possiamo dire che la musica sia stata la sua prima passione, nata nel sanatorio dove soggiornò bambino dopo essersi ammalato di tubercolosi. Costruì un bangio ed entrò nell’orchestrina dell’ospedale. La musica lo ha accompagnato in tutta la sua carriera artistica anche al di fuori della rivista. Ha cantato le colonne sonore di alcuni film e serie tv che lo hanno visto interprete. Nelle sue partecipazioni a programmi televisivi si è cimentato spesso in performance canore. Probabilmente senza la sua dolcezza e la sua allegria canzoni come Roma non fa la stupida stasera e Tanto pe canta’ non sarebbero diventate così amate. E noi, dopo 17 anni dalla sua scomparsa, sentiamo ancora “un friccico ner core” per lui.
In copertina foto di Gorup de Besanez opera propria