La “Rete del caffè Sospeso – festival, rassegne e associazioni culturali in mutuo soccorso” invita i bar ed i locali d’Italia a riprendere l’antica usanza napoletana che consisteva nel lasciare un caffè ‘sospeso’ per chi non poteva permetterselo…
Una pratica che la Rete promuove anche nella cultura e nella vita quotidiana.Â
A Napoli, un incontro alla Galleria “NEA” nel cuore del centro antico, e 100 caffè sospesi da “Intra Moenia”
A Napoli c’era in passato un’usanza molto curiosa: quella del “Caffè Sospeso”. Chi era meno abbiente poteva trovare al bar un caffè in omaggio pagato da un precedente avventore, che lo lasciava in ‘sospeso’ per persone meno fortunate che non potevano permetterselo. Non si trattava di elemosina ma di un atto di condivisione dei problemi, solidarietà e comprensione.In poco più di un anno di vita la Rete ha creato significativi scambi e condivisioni fra i 7 festival, ha ottenuto diverse nuove adesioni ed ha ora deciso di istituire, in concomitanza con la Giornata Internazionale dei Diritti Umani, il 10 dicembre – Giornata del Caffè Sospeso, iniziativa che si pone l’obiettivo di proporre la ripresa dell’antica usanza partenopea in bar e locali d’Italia e di conseguire nuove adesioni alla Rete attraverso la diffusione, nel settore della promozione culturale e nella vita quotidiana in genere, della filosofia solidale su cui si fonda. Il 10 dicembre ogni festival e associazione della Rete organizzerà un evento. In questa occasione, presso la Galleria NEA (Napoli, via Costantinopoli 53), l’associazione “Cinema e Diritti” e il Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli festeggiano l’anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e il primo anno della Rete del Caffè Sospeso. La giornata sarà l’occasione per incontrare i rifugiati provenienti da Lampedusa e residenti momentaneamente negli alberghi partenopei. Il Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli che è uno dei promotori della Rete del Caffè Sospeso, ha già affrontato, nell’edizione 2011 svoltasi dall’8 al 19 novembre scorsi, il tema dell’immigrazione e dell’accoglienza, interrogandosi sul futuro di queste persone e sulle reali possibilità di riconoscimento dei loro diritti di uomini liberi. La giornata del 10 dicembre sarà quindi occasione di incontro delle associazioni napoletane che si occupano di migranti e si articolerà in proiezioni e dibattiti. Un’occasione, quindi, per ribadire che bisogna unire le forze per una nuova declinazione del termine “Festival”, per un legame tra resistenze culturali che offra informazione alternativa e buona politica, navigando lungo un canale indipendente di diffusione del documentario e di condivisione delle arti in genere, dando vita a strumenti in grado di coinvolgere i territori su temi di forte contenuto sociale. Un progetto che prevede il mutuo sostegno di varie organizzazioni culturali sparse sul territorio nazionale, in grado di costruire ponti di cooperazione internazionale e intercettare la domanda di libertà , di autorganizzazione e di solidarietà delle comunità più deboli, dalle minoranze metropolitane emarginate alle comunità rurali minacciate dallo sfruttamento intensivo della terra e dell’acqua, dall’umanità silenziosa e sofferente delle carceri e degli ospedali psichiatrici alla marea di immigrati oppressi da nuove schiavitù, fino ai lavoratori precari e agli studenti che rivendicano il diritto allo studio per tutti.
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