Una mostra diffusa e immersiva “Looking for Monna Lisa. Misteri e ironie attorno alla più celebre icona Pop”, a cura di Valerio Dehò, esposta dal 24 novembre al 29 marzo nelle più importanti sedi dedicate all’arte di Pavia, celebra il quinto centenario della morte di Leonardo da Vinci, approfondisce il legame del genio fiorentino con la città e indaga sui misteri e sulle leggende che riguardano la celebre figura della Monna Lisa.
L’esposizione, promossa e organizzata dal Comune di Pavia con il sostegno della Fondazione Banca del Monte di Lombardia, coinvolge la chiesa di Santa Maria Gualtieri, lo Spazio Arti Contemporanee del Broletto, il Castello Visconteo, la Piazza del Municipio e offre opere di arte spiccatamente contemporanea, dalla pittura alla scultura, dall’installazione a lavori multimediali, alcune delle quali create per l’occasione e tutte accomunate dal rapporto imprescindibile con il passato, con la storia e con il grande Maestro.
La chiesa sconsacrata di Santa Maria Gualtieri è la quinta ideale per l’esperienza multimediale “Monna Lisa who?“, realizzata dallo studio di multimedia design Karmachina e volta alla ricerca dell’identità del più famoso ritratto vinciano, abbracciando l’ipotesi che l’opera ritragga Isabella D’Aragona che, relegata a Pavia, incontrò Leonardo durante il suo soggiorno nella città. Le proiezioni, i suoni e la narrazione, uniti all’allestimento progettato da Studio Dune, sono in perfetta sintonia con la struttura verticale, la simmetria e la morbidezza delle linee del luogo e accompagnano il visitatore in un viaggio totalizzante.
Il percorso espositivo prosegue presso lo Spazio Arti Contemporanee del Broletto e il Castello Visconteo con una selezione di oltre quaranta opere di trentanove artisti che hanno reinterpretato in chiave contemporanea il capolavoro della Monna Lisa, chi con l’intento di creare continuità, chi rottura. Si passa infatti dall’Arte concettuale a Fluxus, dalla Poesia Visiva alla Neopittura, dalla Pop art fino a più recenti espressioni che sottolineano la continua ricerca della novità e il coraggio per la sperimentazione, di cui Leonardo è stato maestro.
“Il fenomeno della riproducibilità – come afferma Valerio Dehò – ha reso il quadro leonardesco la più grande icona pop della storia che non ha mai cessato di interessare gli artisti oltre che i commercianti di gadget o di souvenir. La ricerca della Monna Lisa si allarga a territori imprevedibili“.
Gli artisti coinvolti sono: Marcello Aitiani, Paolo Albani, Anna Banana, Vittore Baroni, Stefano Benedetti, Julien Blaine, Stefano Bressani, Carlo Cantini, Myriam Cappelletti, Ugo Carrega, Cinzio Cavallarin, Gianni Cella, Riccardo Cocchi, Fabio De Poli, Giovanni Fontana, Franco Fossi, Claudio Francia, Raimondo Galeano, Marco Gerbi, Jiri Kolar, Sean Mackaoui, Roberto Malquori, Lucia Marcucci, Jean Margat, Miradario (Massimo Biagi), Gian Marco Montesano, Luciano Ori, Orlan, Vania Paolieri, Luigi Petracchi, Vettor Pisani, Lorenzo Puglisi, Giovanni Raffaelli, Sarenco, Karel Trinkewitz, Ben Vautier, Giuseppe Veneziano, Virgilio Rospigliosi, Elisa Zadi.
Sono inoltre esposti un video e il numero speciale della rivista “Bizzarre” del 1958, provenienti dal Museo ideale Leonardo da Vinci, insieme all’opera “Bijoconde” di Jean Margat, artista, scienziato e inventore della Giocondologia, fenomeno che riunisce tutte le sperimentazioni e le variazioni applicate al ritratto vinciano ad opera di vari artisti. In Italia ne è principale espressione la Collezione Carlo Palli, a cui appartengono molti lavori in mostra, che rappresenta la raccolta più significativa costituitasi attorno alla reinterpretazione del capolavoro leonardesco.
In questo variegato panorama iconografico dalla Monna Lisa Pop di Fabio de Poli, che presenta una figura oscurata, luttuosa, con richiami espliciti all’opera di Leonardo, un enigma allo stato puro, si passa a quella di Jiri Kolar, esponente della poesia visuale mitteleuropea, che all’interno del suo collage inserisce l’icona leonardesca su una fattura contabile, rivelandone il lato mercantile e lo sfruttamento dell’immagine. Con la stessa tecnica Lucia Marcucci, fondatrice del Gruppo 70, affianca ritagli di testi a immagini di donne musulmane e a simboli di fecondità, quasi a volerne riscattare un ruolo. La performer e artista Orlan nei lavori esposti si immedesima con Monna Lisa, le si sovrappone, creando una doppia identità di opera e di donna, affermando tuttavia di non volere assomigliare al capolavoro del maestro toscano.
Per Vettor Pisani la Monna Lisa diviene, invece, una sorta di paradigma del ‘capolavoro’ che salva dalla mortalità nel caso dell’installazione “Concerto invisibile di Gino De Dominicis”, oppure un’icona pubblicitaria ne “Il ventre della Gioconda”, in cui è rappresentata come mamma con bambino. Due opere di forte impatto, dove nel primo caso i due pianoforti sovrapposti diventano tributo a Gino De Dominicis e parametro dell’arte che supera il tempo, mentre nel secondo caso, attraverso il nome di Freud, emerge l’enigma di un rapporto psicanalitico legato all’attrazione di milioni di persone verso la Gioconda.
Nella corposa rassegna sono inoltre presenti riferimenti a maestri del passato, fra cui Duchamp e la sua Gioconda con i baffi del 1919, come nell’opera di Karel Trinckevicz che, citando il celebre artista dei ready made, con una ruota di bicicletta lo eleva a padre dell’arte nella sua tavola in cui traccia una sorta di genealogia.
Nel nucleo di opere realizzate per l’occasione si ricordano le letture in chiave pop di Gianni Cella, quale la Batwoman in terracotta policroma, e di Stefano Bressani, come la scultura abbigliata con tessuti molto colorati, da cui deriva l’appellativo “scultura vestita”; il lavoro di Gian Marco Montesano dedicato allo storico furto della Gioconda del 1911 e l’acrilico su tavola di Virgilio Rospigliosi, artista concettuale che crea un corto circuito tra lo spazio interno ed esterno del quadro.
Presso la sede del Castello Visconteo la mostra prosegue con “La visione di Leonardo a Pavia“, progetto sviluppato da Way Experience, startup milanese specializzata nella creazione di prodotti innovativi che utilizzano le tecnologie della realtà aumentata e virtuale. Il percorso immerge nella Pavia rinascimentale sulle orme del soggiorno pavese di Leonardo da Vinci tra il 1490 e il 1513, fonte di riflessioni per i suoi studi di anatomia umana, matematica e architettura, ma soprattutto per l’ideazione della sua opera più importante, la Monna Lisa. Questo viaggio nella storia, molto coinvolgente ed emozionante, – realizzato con la sponsorizzazione di Sea Vision – è suddiviso in tre tappe e, grazie ai visori Oculus e alla narrazione del giornalista e scrittore Massimo Polidoro, il visitatore è proiettato nelle strade, nei paesaggi e nei luoghi che Leonardo aveva visto e vissuto.
Conclude il percorso la “Giant sculpture”, un’imponente scultura di cinque metri di altezza e quattro di diametro collocata nella Piazza del Municipio; realizzata in gesso e resina dagli artisti Eleonora Francioni e Antonio Mastromarino e raffigurante il ritratto senile di Leonardo da Vinci, è un omaggio al genio fiorentino e alla sua eterna grandezza.
La mostra è accompagnata da un catalogo a cura di Valerio Dehò, edito da Silvana editoriale con testi in italiano e in inglese.