E’ stata inaugurata il 6 settembre a Matera, presso il Museo archeologico nazionale ‘Domenico Ridola’ & ex Scuola ‘Alessando Volta’, la mostra Blind Sensorium. Il Paradosso dell’Antropocene, commissionata e prodotta dalla Fondazione Matera-Basilicata 2019 nell’ambito del programma Matera Capitale Europea della Cultura 2019 in coproduzione con Polo Museale della Basilicata e il Museo archeologico nazionale ‘Domenico Ridola’ di Matera.
Come segnalato dai responsabili, Salvatore Adduce della Fondazione Matera-Basilicata 2019 e Marta Ragozzino del Polo Museale della Basilicata, ‘Blind Sensorium. Il Paradosso dell’Antropocene’ é il coronamento di dieci anni di indagine artistica del fotografo e filmmaker Armin Linke e dei suoi collaboratori sulle forze che modificano il volto della Terra. Armin Linke ha seguito scienziati, politici e attivisti, interrogando la relazione spesso paradossale che intercorre tra scienza, economia e istituzioni politiche nell’epoca del cambiamento climatico. Blind Sensorium. Il Paradosso dell’Antropocene é simile a una vasta antropologia visiva del controverso ruolo svolto dagli esseri umani e dalle moderne società capitalistiche nella trasformazione della Terra”.
La mostra, realizzata in collaborazione con Giulia Bruno, artista che opera a Berlino e Milano, Giuseppe Ielasi compositore elettroacustico, ed a cura di Armin Linke ed Anselm Franke, responsabile delle arti visive e del cinema presso la Haus der Kulturen der Welt (HKW) di Berlino, si terrà a Matera dal 6 ottobre 2019 al 6 gennaio 2020.
L’Istituto di bioscienze e biorisorse di Bari del Cnr (Cnr-Ibbr), ha collaborato con l’artista ed il suo team consentendo di effettuare riprese ed interviste presso l‘Istituto, fornendo materiale video-fotografico recente o di repertorio, infine stipulando un accordo di collaborazione a consolidamento delle attività svolte per la realizzazione di tale mostra e per progettualità future.
Armin Linke, con le sue creazioni, sarà portavoce a livello internazionale, delle problematiche relative all’ambiente e alle risorse genetiche vegetali di cui si occupa il Cnr-Ibbr da ormai 50 anni, trasferendo in ambiti artistici paradossalmente lontani da quelli scientifici, il messaggio comune di salvaguardia rivolto a tutta l’umanità.